I primi modelli di auto elettriche avevano poche armi per contrastare le berline tradizionali a livello di prestazioni e praticità. Con le nuove elettriche, Megane E-Tech in primis, questo paradgigma sembra essere destinato a cambiare radicalmente.
In tempi non troppo lontani i motori a combustione interna monopolizzavano l’intera scena automobilistica. Il mercato destinato a un’utenza di massa proponeva utilitarie da un lato, e auto sportive, coupé e spider dall’altro. La separazione netta era dovuta a una differenza di destinazione d’uso piuttosto evidente.
L’acquisto di un’utilitaria era come oggi legato a necessità squisitamente utilitaristiche: l’auto serviva per spostarsi da un punto A a un punto B nel modo più pratico, comodo ma soprattutto economico possibile. Chi sceglieva una coupé lo faceva per altre ragioni: piacere di guida, divertimento, status symbol. I costi d’acquisto e soprattutto di esercizio non erano alla portata di tutti, con le affascinanti sportive dotate di cavalli in abbondanza ed estremamente assetate di benzina.
Col passare del tempo, lo sviluppo tecnologico ha portato nei concessionari auto sempre più efficienti grazie soprattutto a un ridimensionamento dei motori e all’introduzione massiva del turbocompressore sulle utilitarie, tecnologia fino a metà anni 90 destinata ai modelli più spinti e prestigiosi.
I nuovi motori turbo, piccoli ma estremamente efficienti, riescono a garantire prestazioni brillanti ad auto anche di una certa mole, facendo però registrare dei consumi di carburante contenuti. Ma non basta: la crescente attenzione verso l’ambiente ha portato la voce sostenibilità in cima alla lista delle priorità, nelle agende di governi e costruttori. Ecco quindi che il motore termico è diventato improvvisamente vecchio e seppur aggiornatissimo, non può garantire il rispetto di leggi sempre più stringenti in fatto di emissioni inquinanti.
Dal motore all’aerodinamica
Il motore elettrico si candida così di prepotenza a rappresentare la soluzione più convincente al problema CO2. Le sue doti di efficienza inoltre ne fanno un concorrente scomodo per i vecchi propulsori endotermici, che possono toccare valori del 45% nelle versioni più evolute. Un motore elettrico, con un’efficienza del 90%, sposta decisamente più in alto questo limite tecnologico.
Rimane da risolvere un altro problema, che incide allo stesso modo sul rendimento energetico dell’auto: gli attriti che si generano dal contatto delle gomme sull’asfalto, dalle dispersioni di energia meccanica e soprattutto dalla resistenza aerodinamica del veicolo.
Se sul fronte gomme il compito di sviluppare prodotti meno energivori è rimandato ai produttori di pneumatici, i costruttori devono trovare soluzioni che rispondano alle restanti due voci. La risposta in questo caso arriva da modelli che come la nuova Megane fanno dell’efficienza aerodinamica un carattere saliente della propria personalità.
Il motore elettrico, oltre a garantire un funzionamento estremamente efficiente rispetto a quanto non possa fare un’unita endotermica, rispetto a quest’ultima può fare tranquillamente a meno del cambio di velocità. Con tutta la coppia disponibile già a zero giri, il propulsore elettrico non ha bisogno di variare il rapporto di trasmissione. Questo si traduce in un minor numero di parti in movimento, rinunciando così alle fisiologiche dispersioni per attrito e resistenze meccaniche intrinseche di questa tecnologia.
L’aerodinamica infine rappresenta una variabile importante nel computo generale; il corpo vettura della Megane E-Tech, oltre a risultare accattivante, può vantare eccezionali doti di penetrazione aerodinamica, riducendo così attriti e di conseguenza consumi. Abbinato a un motore elettrico estremamente performante, ecco che i vantaggi per l’automobilista vanno ben oltre quelli derivanti dal prestigio di possedere un’auto veloce, tecnologicamente avanzata e di sicuro impatto estetico.